Il nostro obiettivo

Di seguito è riportato l'avanzamento della nostra campagna di beneficenza per sostenere progetti locali relativi all'ecologia, ai diritti umani e la sanità del Rojava.

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Sostegno alla popolazione colpita dal terremoto

Alle 4:17 del mattino, ora locale, il sud est della Turchia e il nord della Siria, in gran parte a maggioranza curda, sono stati colpiti da un terremoto di magnitudo 7.8 che ha causato, secondo le ultime notizie, la morte di oltre 29,000 persone. Questa scossa è stata seguita da molte altre, alcune delle quali di magnitudo maggiore o uguale a 7.5.
Nelle province turche come Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras, si stima che vi siano più di 16.700 morti e decine di migliaia di feritə; nel nord della Siria, secondo fonti ufficiali, i decessi sono invece 3.162, moltissime le persone ferite. Il bilancio delle vittime è purtroppo destinato a salire, come confermano le parole del prefetto di Kahramanmaras, poiché è attualmente impossible determinarne il numero esatto.
Il catastrofico terremoto ha avuto il suo epicentro nei pressi di Mereş (tr. Kahramanmaraş) e Dîlok (tr. Gaziantep); qua e nelle zone limitrofe sono andati distrutti centinaia di edifici, compresi quelli storici, tra cui la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun e il castello di Gaziantep. Le abitazioni di moltissimə sono ridotte a un cumulo di detriti. Le operazioni di soccorso procedono ininterrottamente, nel tentativo di salvare le migliaia di persone probabilmente ancora intrappolate sotto le macerie.

Come MLRKI ETS, il nostro pensiero va a tutte le persone colpite da questa orribile tragedia, alle famiglie che hanno subito la perdita dellə loro carə e allə feritə che necessitano di cure mediche immediate. Ringraziamo e siamo gratə, inoltre, a tutte le organizzazioni e allə volontariə che da ore stanno duramente e pericolosamente lavorando per fornire aiuto e supporto alle comunità.
Siamo altresì consapevoli della precarietà geopolitica dei territori colpiti: sono molti i terremoti che la regione del Kurdistan ha dovuto, negli anni, affrontare, ma non sono mai state messe in atto né adeguate misure preventive, né è stata fornita una giusta e indiscriminata assistenza. Questa catastrofe, aggiunta alle crisi sanitarie e di colera e alle condizioni di sfollamento interno, aggraveranno ulteriormente la situazione di migliaia di persone che vivono in Rojava (Siria del Nord-Est), regione martoriata dai continui attacchi dello Stato turco e, negli anni, obiettivo favorito dei militanti jihadisti.
Temiamo che tanto in Bakur (Kurdistan turco), quanto in Rojava (Kurdistan siriano), l’assistenza fornita sarà fortemente dipendente dal pregiudizio anti-curdo che, come ben sappiamo, da sempre limita l’accesso alle cure ed esacerba i conflitti. Ricordiamo, peraltro, che nelle numerose campagne portate avanti negli anni dalla Turchia, ospedali, cliniche e centri riabilitativi sono stati obiettivi prescelti. Ad oggi intere aree si trovano completamente incapaci di fornire cure mediche e primo soccorso, tagliate completamente fuori dall’assistenza sanitaria ed esposte al rigidissimo inverno.

Vi invitiamo a continuare a monitorare la situazione e a dimostrare il vostro sostegno, donando sin da subito alla nostra associazione. Le popolazioni curda, turca e siriana, e tuttə coloro che sono statə danneggiatə, hanno bisogno del nostro aiuto affinché questa difficile situazione possa essere arginata il prima possibile.

Per fare fronte a questa crisi umanitaria di grandissime proporzioni, la solidarietà e la cooperazione di tuttə risultano cruciali.

[06/02/23]
RAPPORTO DELLA MEZZALUNA ROSSA CURDA DEL ROJAVA

Emergenza terremoto nel nord-est della Siria, ad Aleppo ed Afrin

 

Il terremoto del 6 febbraio, con epicentro in Turchia, ha causato finora più di 5200 vittime, non solo nel Paese, ma anche nella regione circostante, coinvolgendo il nord-ovest e il nord-est della Siria. I soccorritori stanno lottando contro il tempo per estrarre i sopravvissuti da sotto le macerie. Il sisma, uno dei più forti ad aver colpito la regione nel corso dell’ultimo secolo, si è abbattuto sui residenti intorno alle 4 del mattino di lunedì, ora locale. Stando a quanto comunicato dal Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS), l’epicentro del sisma di magnitudo 7.8 è collocabile a 23 chilometri a est di Nurdagi, nella provincia turca di Gaziantep, a una profondità di 24,1 chilometri. Sempre secondo l’USGS, circa nove ore dopo, una forte scossa di assestamento di magnitudo 7,5 ha colpito la Turchia. La scossa è avvenuta a circa 95 chilometri a nord dell’epicentro del primo terremoto.
https://earthquake.usgs.gov/earthquakes/map/?currentFeatureId=us6000jls6&extent=32.99945,32.0800 8&extent=39.80854,44.38477

Tra le regioni più colpite della Turchia vi è quella meridionale, a maggioranza curda, ove vi è un’estrema necessità di sostenere le persone sopravvissute.

Al momento della pubblicazione di questo report sono più di 900 le vittime in Siria. Secondo l’agenzia di stampa statale siriana SANA, almeno 430 persone sono morte nelle aree controllate dal governo, soprattutto nelle regioni di Aleppo, Hama, Latakia e Tartus. Nelle altre zone, al di fuori del controllo governativo siriano e sotto il controllo dell’opposizione sostenuta dalla Turchia, le vittime sono più di 500. Il terremoto si è abbattuto su un’area che sperimenta delle gravissime condizioni ed esibisce estreme fragilità, poiché qui anni di guerra e sfollamento hanno danneggiato inesorabilmente le infrastrutture esistenti.  

Ad Aleppo, la Mezzaluna Rossa curda ha potuto accedere immediatamente ai quartieri di Shekh Maqsoud e Ashrafia; qua il terremoto ha causato il collasso di vecchi edifici ed almeno 20 di questi sono stati parzialmente danneggiati. Il team di Heyva Sor a Kurd ha partecipato alle operazioni di evacuazione di Shekh Maqsoud e Eshrefiya, dove sono stati confermati 6 morti e almeno 40 feriti. Tutte le persone soccorse sono state trasportate presso le strutture sanitarie locali. 

Tra le principali città colpite troviamo Afrin e la sua campagna. Heyva Sor a Kurd non è ancora riuscita ad accedere all’area, limitandosi a portare soccorso a Telv Reifat, dove si trovano migliaia di sfollati interni. Qua sono stati confermati, nella scorsa notte, almeno 5 feriti. Gli edifici di Tel Rifat, tuttavia, non godono di buono stato e le persone vivono per lo più in tende e insediamenti informali.

A Kobane sono stati segnalati 4 feriti, uno dei quali, per sopravvivere, dovrà essere sottoposto a cure intensive.

A seguito della prima scossa, molte famiglie del Rojava hanno preferito non fare rientro a casa, rimanendo fuori all’aria aperta. Date le cattive condizioni meteorologiche e le forti nevicate verificatesi sulle colline e sulle montagne, HSK, insieme alle autorità locali, sta allestendo grandi tende nelle principali città e negli spazi pubblici. Al momento della scrittura di questo report, sono circa 5.000 i posti resi disponibili. 

Principali bisogni delle persone ferite e sfollate ad Aleppo, Tel Rifet e nel Rojava tutto:

 

  1. Kit di prodotti alimentari;
  2. Kit di assistenza medica;
  3. Tende di varie dimensioni;
  4. Stufe;
  5. Sostegno al trasporto di aiuti umanitari e di sfollati;
  6. Valutazione della sicurezza degli edifici;

La Mezzaluna Rossa Curda (KRC) è uno dei principali fornitori di servizi sanitari. Si occupa di intervenire nelle emergenze, di implementare i sistemi WaSH (acqua, servizi igienici e sanitari) e di sostenere le infrastrutture nel Nord-Est e nel Nord-Ovest della Siria. HSK gestisce, nello specifico, più di 44 cliniche di medicina generale nelle aree urbane del NES e nei campi per sfollati/rifugiati; sostiene gli ospedali locali, pubblici e privati, fornendo medicinali e attrezzature mediche, nonché agendo come referente e sostenendo i servizi di trasporto. Il KRC implementa anche misure di primo soccorso in caso di disastri, attraverso un pronto intervento attivo h24  in grado di rispondere a tutte le esigenze. Dispone inoltre di una rete di 64 ambulanze e unità mobili che forniscono assistenza in tutta l’area NES. Il KRC interviene direttamente sul campo. È in corso uno stretto coordinamento con le autorità locali e in particolare con le amministrazioni dei campi profughi e con i comitati sanitari.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti. 

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