
l catastrofico terremoto ha avuto il suo epicentro nei pressi di Mereş: qua e nelle zone limitrofe sono andati distrutti centinaia di edifici, compresi quelli storici. Le abitazioni di moltissimə città sono ridotte a un cumulo di detriti. Le operazioni di soccorso procedono ininterrottamente, nel tentativo di salvare le migliaia di persone probabilmente ancora intrappolate sotto le macerie.

Omar ha 11 anni e vive nel campo profughi di Makhmur, nel nord dell’Iraq. È affetto da una anomalia vascolare a basso flusso localizzata nell’arto inferiore che può essere trattata solo in Italia o in Germania. L’ospedale Gaslini di Genova ha accettato di curarlo, prendendo in carico il suo caso e attivando canali diplomatici per farlo arrivare in Italia.

L’obiettivo di Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia è dotare di una clinica mobile il distretto di Sinjar, all’interno del quale si trovano numerosi villaggi del tutto privi di centri di assistenza sanitaria a fronte della loro completa o parziale distruzione. La clinica sarà attiva dalle 8 alle 13 tre giorni a settimana, e ogni giorno presiederà un villaggio differente.

Sono conclusi a dicembre 2016 i lavori di ristrutturazione di tre scuole primarie di Kobane, intitolate ad Antonio Gramsci.

Il Progetto Famiglia Sibling è un progetto di sostegno a distanza di famiglie curde.
Vuole sviluppare relazioni tra le famiglie che hanno bisogno di cure e le famiglie che sono disposte ad aiutarle, a farle incontrare.

L’ospedale di Tell Tamer è stato bombardato nel dicembre 2015 dall’ISIS, lasciando la popolazione della città e dei 133 villaggi circostanti senza accesso alla sanità. Abbiamo quindi deciso di ricostruirlo, per fornire assistenza sanitaria di base e di secondo livello.

Dopo l’occupazione turca del gennaio 2018, i civili presenti nella regione di Afrin, a maggioranza curda sono stati sfollati nei campi profughi della regione di Shehba. Il nostro obiettivo primario è la ricostruzione di una clinica mediante la quale far fronte alle esigenze sanitarie di base dei profughi.

Nell’ottobre 2019 l’aviazione turca ha iniziato a bombardare il Nord-Est della Siria (Rojava), causando vittime civili e bombardando le città. Dopo l’intervento nell’emergenza, adesso è necessaria la ricostruzione e l’assistenza agli sfollati.

Il Rojava è totalmente impreparato a fronteggiare il COVID19. Ci sono in questo momento solo 40 ventilatori, 135 posti in terapia intensiva. Per 4 milioni di persone. Non ci sono sufficienti mascherine per la popolazione né aree dove gli infetti possano stare in isolamento.